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Atletica - Articoli

Articolazioni nel mirino

(tratto dall'articolo Articolazioni nel mirino scritto dal dottor Sergio Migliorini per Runner's World - febbraio 2013)

 

L’acido ialuronico è un costituente normale della cartilagine e del liquido sinoviale.

Le sue concentrazioni diminuiscono dopo i 30 anni e nelle articolazioni artrosiche, così che le cartilagini sono sottoposte a maggior usura perché meno protette dal carico.

Le infiltrazioni intrarticolari di acido ialuronico sono considerate come un valido trattamento del ginocchio e dell’anca artrosici.

La loro azione è di viscosupplementazione (ripristino della viscosità del liquido sinoviale) e, secondo alcuni, anche di viscoinduzione (stimolazione della produzione di acido ialuronico

Nel caso del ginocchio vengono normalmente effettuate 3 infiltrazioni a distanza di 7 giorni una dall’altra.

Per l’anca si preferisce effettuare un’unica infiltrazione con acido ialuronico ad alto peso molecolare da effettuarsi sotto guida ecografica.

È necessario riposare il giorno seguente l’infiltrazione e comunque “scaricare” negli allenamenti per almeno 3 settimane.

Il maggior beneficio si riscontra dopo 8 settimane e il trattamento va ripetuto dopo 6 mesi o un anno.

Oltre all’acido ialuronico, sono proposti altri trattamenti infiltrativi (PRP), artroscopici o protesici per la cura delle articolazioni artrosiche, ma vanno attentamente valutati.

Le infiltrazioni con fattori di crescita (PRP) danno risultati estremamente incostanti e, anche per il costo e la procedura, necessitano di ulteriori studi per valutarne la reale efficacia.

Anche nei confronti dei trattamenti chirurgici, il runner deve porsi in modo molto critico, perché dopo l’intervento non si può più praticare la corsa o lo si può fare con grandissimi limiti.

Questo vale sia per gli interventi artroscopici a carico della cartilagine (è comunque consigliabile farli sotto i 50 anni, con stabilità legamentosa e integrità dei menischi e solo su lesioni del condilo femorale o della rotula), sia, a maggior ragione, per gli interventi di protesi.

Una nota positiva riguarda comunque l’intervento di protesi dell’anca, che dà buoni risultati in oltre il 95% dei casi e che, alle persone motivate e allenate, permette di praticare tanti sport in scarico (nuoto e ciclismo) e non (walking, trekking, tennis, golf) e anche la corsa, se gestita con buon senso.

La protesi di ginocchio (sia mono/bicompartimentale che totale) pone invece limiti elevatissimi alla pratica della corsa. Normalmente chi vi ricorre poi si accontenta di praticare del walking. (continua)

 

 


 

Gli articoli della rubrica Per saperne di più sono scritti dal dottor Sergio Migliorini e pubblicati da Runner's World.

  • Dottor Sergio Migliorinidrsergiomigliorini sm
  • Medico Chirurgo, specialista in Medicina dello Sport, Medicina Fisica e Riabilitazione.
  • Presidente della Commissione Medica della Federazione Mondiale di Triathlon (ITU).
  • Membro della Commisione Interfederale della Federazione Mondiale di Medicina dello Sport (FIMS).
  • Autore di libri e pubblicazioni